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IL TEATRO REGINA MARGHERITA

Cenni storici  

Nella seconda metà del 1800  Don Perino,  parroco di Piedicavallo, sollecitato da più uomini che tornavano da stagioni o da bienni di emigrazione, diede il via alla fondazione di una società Filodrammatica formata da un gruppo di privati che iniziarono la costruzione di un vero e proprio teatro, usando il materiale del posto: la pietra.

Essendo la nostra una vallata che viveva sull'estrazione del granito, "sienite" della Balma, in brevissimo tempo, a 1100 metri s.l.m., gli abili scalpellini edificarono il teatro con il supporto di una ricca biblioteca.

Iniziò allora una fitta corrispondenza con la Casa Reale per avere il permesso di dare al teatro il nome dell'allora Regina Margherita, permesso che fu accordato.

La Regina Margherita era un mito nella Vallata che tutti gli anni veniva percorsa dalla Regina fino a Piedicavallo, da dove proseguiva a piedi, attraversava il colle della Vecchia e raggiungeva la Valle D'Aosta, Gressoney, dove trascorreva un periodo di vacanza.

Allora aveva palesato il desiderio di costruire un castello su una cima di modesta altezza proprio su questo territorio, ma ne fu dissuasa dal Senatore del Regno Federico Rosazza.

Fino a qualche decennio fa' vivevano ancora delle persone che ricordavano come, da ragazzini, accompagnavano la Regina su per la montagna insieme alle madri che davano una mano a portare i bagagli nelle gerle solitamente usate per il fieno.   Infatti, mentre gli uomini emigravano dalla Cina alle Americhe, dalla Francia alla Germania, all'Africa costruendo porti, stazioni, ferrovie, strade e palazzi da esperti lavoratori della pietra e costruttori ricercati, le donne mandavano avanti una piccola e faticosa attività agricola di famiglia.

Durante le soste lungo la salita, la Regina Margherita distribuiva ai bambini manciate di cioccolatini che erano un ambitissimo premio.

Poiché già a quell'epoca tutti andavano a scuola, anche le femmine,  tutti sapevano leggere e la biblioteca offriva testi degli autori più famosi, le prime compagnie teatrali furono formate da gente del posto e ancor oggi vecchi figli e maturi nipoti ricordano le "parti" recitate dalle loro madri, nonne, padri e via dicendo; poi ci furono anche compagnie girovaghe che comunque costituirono legami tra la montagna e la pianura più comoda e percorribile.

Il Teatro Regina Margherita richiamava spettatori non solo dall'intera vallata, ma anche da Biella e, nella bella stagione, i turisti avevano appuntamenti fissi a Teatro.

Dopo la guerra, la montagna si spopolò e il Teatro fu abbandonato.

Dal 1990 l'Amministrazione Comunale mise nel suo programma il recupero del Teatro che era stato l'orgoglio dei nostri avi, una dimostrazione di voglia di cultura diffusa, di partecipazione al mondo al di là della cerchia dei monti ( si pensi solo che qui ci furono le prime centraline elettriche, quando a Torino c'erano ancora i lampioni a gas); solo nel 2001 il Comune, stilato un documento di Comodato con gli eredi della Società Filodrammatica dispersi per tutto il mondo,  ebbe un finanziamento dalla Presidenza del Consiglio per progettare la ristrutturazione del fabbricato, adeguandolo alle costosissime, ma giuste  norme vigenti, strada d'accesso compresa, non essendo la gradinata solita un accesso comodo per tutti.

La sala che sarà polivalente ospiterà anche alcuni documenti storici risalenti ai momenti della costruzione, fotografie delle prime Compagnie autoctone e, insieme, i ritratti di autore anonimo sia della Regina Margherita, sia di Re Umberto, avuti in dono da privati e da noi restaurati proprio per l'inaugurazione del Teatro.

In questo ambiente ritrovato, troveranno  ospitalità i concerti della 16a Estate Musicale, rassegna di concerti, la 15a Edizione di Concorsi di pittura e varie mostre di arte contemporanea che tutti gli anni hanno avuto luogo nella sala della Chiesa Evangelica Valdese, unico tempio valdese di tutto il Biellese.

 

IL TEATRO REGINA MARGHERITA NOTE TECNICHE

A cura dell’ Architetto Giuseppe Pidello

responsabile dei lavori di ristrutturazione dello stabile

 

LA COSTRUZIONE

L’analisi della costruzione, da molti anni inutilizzata, evidenzia due elementi aggiunti in epoche successive:

-         l’avancorpo che racchiude la scala di collegamento tra la platea e la galleria, in origine esterna, realizzato pochi anni dopo l’inaugurazione del Teatro con gli stessi materiali e le stesse tecniche del corpo principale;

-         la struttura interna in cemento armato, realizzata in sostituzione della precedente struttura lignea quando, negli anni ‘30 del Novecento, la sala venne utilizzata anche per le proiezioni cinematografiche.

Il materiale impiegato per le murature è la locale pietra Sienite della Balma, intonacata all’interno e con giunti rasati a calce all’esterno. Le strutture di copertura e dei solai, le pavimentazioni e i controsoffitti, i parapetti e i serramenti sono realizzati in legno di castagno o di larice.

Diversamente dalla tradizione costruttiva dell’Alta Valle Cervo, il manto di copertura non è in pietra ma in tegole di laterizio, a copertura di due falde la cui forte pendenza non avrebbe consentito l’utilizzo delle “lose”.

 

IL PROGETTO E LA NUOVA GESTIONE

Nell’intento di recuperare e restituire all’uso un edificio modesto nelle forme ma significativo per la storia locale, il progetto architettonico prevede l’eliminazione dei due elementi aggiunti, il primo per la sua scarsa qualità formale e funzionale ed il secondo per ripristinare l’impianto originario della galleria collegata al boccascena con due ballatoi laterali.

Le nuove murature che ingloberanno la scala e i servizi, previsti sul lato opposto, verranno realizzate in Sienite a giunti rasati, come quelle attuali, mentre la copertura verrà completamente ricostruita con una pendenza minore, idonea alla posa del nuovo manto in lastre di pietra. I nuovi serramenti (di taglio tradizionale e in legno di rovere lasciato nel suo colore naturale, con superfici vetrate di sicurezza) e le finiture interne (intonaci a calce per l’involucro murario, pavimentazioni in legno per la platea, la galleria e il palcoscenico) sono pensati per un Teatro che, in linea con l’idea dei fondatori, sia una “casa” destinata ad un’attività diversa dall’abitare.

 

PER SAPERNE DI PIU’ E’ STATO PUBBLICATO UN ARTICOLO SULL’ARGOMENTO:

 

Rivista Biellese

(Redazione  Via  Marconi 26° Biella tel.015/33484)

 

ANNO 10 - NUMERO 2 - APRILE 2006

A PIEDICAVALLO SI RECITA A SOGGETTO“ a cura di BEATRICE ZANELLI

 Leggi l’articolo (formato Pdf)

 

 

La sig.na Beatrice Zanelli ha presentato proprio la tesi di laurea sul Teatro Regina Margherita  di Piedicavallo la quale è depositata alla Biblioteca Civica di Biella in sola consultazione.

 

collocazione BIELL/1G/59

Inventario 000234136 servizi

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